Oggi non ho concluso nulla. E' diventata quasi un'abitudine, il giacere sui libri senza capire assolutamente nulla e aspettando soltanto che le ore passino. Non so se mi frega ancora qualcosa della scuola, del mio futuro. Il futuro è un lusso, un vezzo di chi vive bene il presente e può permettersi di guardare oltre, forse. Io vedo soltanto l'ora e qui. Questa influenza primaverile - quasi sicuramente provocata dalle mie orride condizioni psichiche - è il colpo di grazia.
Mi aspetta una serata di convenevoli e sorrisi falsi, ma è pur sempre meglio che rimanere a casa da sola e perdermi nei pensieri depressi e autodistruttivi. Se non altro mi farò quattro risate e poi non posso mancare al compleanno di Triste Malizia. Siamo amiche da tanto tempo, seppur non come vorrei. Da un lato è stata intelligente, si è sempre tenuta lontano dal mio vortice emotivo, dal mio terremoto interno evitando di coinvolgersi troppo con me. Magari sente l'odore della mia instabilità e non si è mai avvicinata più di tanto. Non so se siamo amiche davvero, non nella mia concezione di amicizia, ma è davvero tanto che ci confidiamo e nonostante tutto, il mio cuore è felice di vederla. Mi scazza l'invito di stasera soltanto perché ho dovuto chiedere un passaggio a Riccioli Gelidi e non mi è sembrata contenta di venire a prendermi apposta. Se non guidi, tutto è complicato, tutti gli inviti portano stress. Le persone non ci pensano mica al fatto che non puoi guidare e ogni volta mi devo umiliare a chiedere passaggi a destra e a manca sentendomi trattare come un'appestata. Mi ha fatto incazzare l'idea che Triste Malizia non ci abbia minimamente pensato al fatto. Pazienza, il passaggio l'ho trovato e alla festa ci andrò, calpestando quella poca dignità che mi rimane.
Me ne starei volentieri a casa, avvolta nella coperta e a succhiare caramelle balsamiche. Non sono per niente dell'umore di essere sociale. Il mio cuore è spezzato e ho solo fame, fame d'amore. Penso all'Incantatrice e all'Incantatore di continuo, è un chiodo fisso, non riesco ad accettare il fatto che la nostra amicizia sia finita così, come un giocattolo sporco buttato via. Cerco di convincermi che sia meglio così, che se importo così poco per lei è meglio che se ne vada al diavolo. Non potrebbe mai gestirmi, mai controllarmi, ad ogni difficoltà mi lascerebbe sola. Ora lei è felice con l'Incantatore, come sempre sono stata gettata via. Mi rende triste questa ripetizione continua, sembra che io non abbia fatto altro nella vita oltre a farmi buttare via insieme alla spazzatura. La differenza tra me e le altre persone è che gli altri dimenticano, vanno avanti. Non vengono feriti, non manco loro e non fanno nulla per me. Io mi sciolgo nel dolore e non riesco ad emergere mai più, schiacciata dalla rabbia, dalla gelosia e dalla sofferenza che mi trapana lo stomaco e il cuore. Perché devo essere così? Perché non posso essere tiepida come gli altri, priva di queste passioni-ossessioni che mi lacerano? Probabilmente sarò destinata a struggermi in eterno per persone che mi dimenticano o non mi considerano nemmeno un essere umano.
sabato 12 aprile 2014
venerdì 11 aprile 2014
accettare la realtà
Non posso più nascondermi. Voglio gridare ed essere viva, smettere di morire ogni giorno. Ci sono antri di me che ho paura di conoscere, ho paura di ritrovarmi vera e vivida nella solitudine, di accettare che la mia vita fin ora è stata un disastro completo. Lo ammetto tranquillamente, non ho provato un momento di autentica felicità perché sono sempre stata sola e mi sono sempre odiata. Mi sono sempre preoccupata di arrivare al giorno successivo, come i passi di una meccanica passeggiata, uno dopo l'altro e basta, senza un senso. Non c'è nulla che mi piaccia di me, se mi incontrassi dall'esterno mi disprezzerei sicuramente. Non valgo nulla, sono sempre stata soltanto in grado di soffrire, di lamentarmi, di ardere nella paura o nel dolore. Mai in grado di vivere, di reagire. Penso di meritarmi di morire, nella natura i più deboli muoiono sbranati, non c'è tempo per la pietà, per la misericordia, sono soltanto invenzioni di una società ipocrita. Io merito di spegnermi come una fiammella sotto la pioggia, non ho la forza di vivere. Per me è troppo, troppo intenso, troppo doloroso. E' giunto il momento di accettare la mia totale inadeguatezza a questo mondo, vorrei essere come gli altri, ma le persone come me sono bruciate dentro, non gli rimane più nulla. Non ho mai avuto niente, nulla di certo, nulla di cui fidarmi. Oggi sono una mezza-donna senza speranze, abbandonata di fronte ad un futuro orrendo, un futuro in cui non sarò in grado di fare nulla a causa dell'ansia, del mio terrore di ogni cosa. Vorrei addormentarmi e non aprire gli occhi mai più. Finalmente mi sono decisa ad andare da una psicoterapeuta. Sono di fronte ad un bivio: o la terapia o il suicidio. Non posso più vivere così, a fare finta di nulla, a fingere di essere normale. Non sono normale e la mia vita è un disastro, posso continuare a mimetizzarmi in mezzo agli altri indossando i loro vestiti e scimmiottando le loro parole, ma non sarò mai sana. Il mio cervello è malato, la mia anima vomita da anni e da sola non posso salvarmi. Nessuno mi ha mai salvata, nessuno mi ha mai amata davvero e non posso continuare ad aspettare che arrivi la persona che mi risolva la vita perché probabilmente non succederà mai. La terapia è molto costosa, spero che possa essere utile sul serio, che possa aiutarmi seriamente perché è la mia ultima possibilità. O muoio o guarisco, non ci sono altre strade, altre scelte. Sono ad un punto di non-ritorno, dopo l'ultimo abbandono, l'ultimo dei tanti, non so più cosa fare. Posso aspettare che qualcun altro mi accolga nella sua vita per poi scaraventarmi fuori quando non servirò più, posso farmi distruggere da chiunque per il resto della mia vita oppure posso provare qualcos'altro. Sono malata, è ora di accettarlo.
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